“Elemental”: 5 motivi per apprezzare il nuovo film firmato Disney Pixar
“Elemental”: 5 motivi per apprezzare il nuovo film firmato Disney Pixar

“Elemental”: 5 motivi per apprezzare il nuovo film firmato Disney Pixar

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Elemental” è il nuovo capolavoro prodotto dalla collaborazione Disney Pixar e uscito nelle sale italiane proprio lo scorso 21 Giugno, il solstizio d’estate. Coincidenze? Ebbene, pare proprio di no! Il mare e il sole, concetti fortemente connessi all’universo estivo, richiamano proprio il fuoco e l’acqua, due elementi tanto contrastanti che in questo lungometraggio sono destinati non solo a connettersi, ma anche a legarsi “per pura chimica”.

In questo film d’animazione i quattro elementi si incontrano per creare una meravigliosa sintonia e un mondo pieno di colori, di emozioni e di tante sorprese, ma soprattutto di importanti riflessioni. Scopriamoli insieme!

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Come nasce “Elemental”?

Elemental” è un film prodotto da Disney e Pixar nel 2023 sotto la regia tanto discussa di Peter Sohn, divenuto celebre per aver doppiato la voce del topolino Émile in Ratatuille e per aver realizzato il lungometraggio “Il viaggio di Arlo”.

Sohn è uno dei capisaldi della Pixar Animation Studios, affiancato dal mitico direttore creativo Pete Docter, che senza dubbio negli ultimi anni ha letteralmente “sfornato” i film d’animazione più belli di sempre per queste ultime generazioni: per fare alcuni nomi, non possiamo non menzionare “Up”, “Inside out” e “Soul”, che hanno conquistato il cuore di tutti gli amanti Disney.

Docter, inoltre, affidando il progetto a Sohn, spiegò il filo che lo avrebbe condotto a ideare “Elemental”. In un’intervista dichiarò:

 I miei genitori sono immigrati negli Stati Uniti dalla Corea all’inizio degli anni Settanta, lì hanno aperto un negozio di alimentari nel Bronx. Eravamo una delle tante famiglie che si erano avventurate in una nuova terra con sogni e speranze, in un unico crocevia di culture, lingue e piccoli bellissimi quartieri. Questo è quello che mi ha portato a Elemental.

Peter Sohn

La domanda seguente sarebbe stata proprio questa: perché dare vita ai quattro elementi?

La nostra storia è basata sui classici elementi: fuoco, acqua, terra e aria. Alcuni elementi si mescolano tra loro, altri no. E se questi elementi fossero vivi?

Peter Sohn

Quello che ci si aspetta prima della visione del film da queste testimonianze è davvero un capolavoro di intrecci e ossimori, eppure non sono mancate le critiche.

La Pixar ha smesso di osare: parola alla critica

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Ricordiamo quanto sia stato importante il connubio tra questi due grandissimi universi cinematografici: pare che la Pixar abbia introdotto nella bellezza del film d’animazione Disney destinato a tutta la famiglia anche elementi apparentemente discutibili e spesso omessi ai più piccoli: la morte, la crescita inevitabile, l’abbandono, la complessità della gestione emotiva, l’abitudine quotidiana che spesso prende il sopravvento.

Da qui nasce la critica rivolta a questo film: una storia d’amore che non ha i presupposti per sussistere, ma che invece diventa realtà. In alcuni tratti, invece, pare risulti quasi scontato: una coppia di sposini che fugge dalla propria terra d’origine per dare un futuro alla figlia, la quale però in seguito, cresciuta e ormai ribelle, si rivela contraddetta verso i progetti che le sono stati imposti in modo indiscutibile dai genitori, semplicemente perché “è giusto così”.

Numerose sono state le critiche rivolte a questo film: prendiamo in esame quest’opinione.

Una storia consunta e degna delle più banali produzioni cinematografiche, in cui le metafore sono tagliate con l’accetta e che è priva di raffinatezza, profondità o stile. La Pixar ormai è schiava della banalità e della paura di osare.

Aldo Pisano, da “Anonima Cinefili”

Eppure, per gli amanti Disney e Pixar si è trattato di un lungometraggio emozionante e commuovente: la ricchezza tematica è indiscutibile, ma, come si suol dire, chi vuol comprendere comprenda.

Qualche dettaglio sul film: sì, ci sono spoiler!

“Elemental” racconta la storia di Ember, una giovane ragazza “ardente” che vive nella città di Element City al fianco dei suoi due genitori, Cinder e Bernie. I due, dopo un terribile incidente nella loro terra d’origine e avendo la piccola in grembo, decidono di emigrare in questa nuova terra con ambiziose aspettative trattenendo con un se una piccola preziosa fiamma blu, ma con la consapevolezza che in questo modo avrebbe perso stima e riconoscimento da parte dei loro antenati.

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Bernie realizza il sogno di creare in una città che non è stata plasmata per il fuoco, ma solo per l’aria, l’acqua e la terra un negozio innovativo, chiamato “Il Focolaio”: qui propone cibi e prodotti speciali, temprati e lumeggianti. Dopo poco tempo, il suo locale diventa tra i più importanti della zona e accoglie tantissimi nuovi abitanti di fuoco.

Ember cresce con un solo sogno: diventare direttrice del negozio e sorprendere suo padre nell’adempimento dei compiti. C’è solo un piccolo dettaglio: ripetutamente la ragazza dimostra di non saper gestire la rabbia e l’ansia, perdendo fin troppo spesso la pazienza e causando con le sue fiamme danni irreparabili. Interessante, però, è un piccolo talento che all’inizio del film è oscurato volutamente: il suo maneggiare e rifinire l’oro, che nel corso del film diverrà un’occasione per scappare da un destino che è già stato scritto, ma che non corrisponde ai suoi reali sogni.

In un momento di collera, Ember distrugge le tubature del negozio: è qui che conosce Wade, che letteralmente segue la corrente. Wade è di acqua ed è capitato lì perché riunitosi ad una grande onda improvvisa che già da tempo era sospetta e, colto alla sprovvista, è capitato sull’unica via di uscita: la cantina di Ember. Ben presto Wade si rivela ispettore e, trovati innumerevoli rischi nel locale, propone la chiusura immediata alla sua direzione, seppur davvero dispiaciuto.

Si tratta, infatti, di un primo carattere tipico di questo personaggio: Wade – e la sua famiglia – tendono a essere molto sensibili e producono lacrime in quantità non indifferenti. Ember è decisa a salvare la bottega del padre a lei destinata, quindi inizia una lunga odissea con l’amico acquatico, che ben presto diventerà ben più di un amico.

Bernie e Cinder non tollererebbero mai che la figlia si innamori di un acquatico e che rifiutasse di dirigere “Il Focolaio”, eppure ben presto dovranno mettersi in discussione.

3 motivi per cui non puoi perderti questo film

Ci sono davvero tanti motivi per cui non puoi perderti questo film, ma oggi te ne propongo tre:

  1. Il rapporto con i propri genitori è davvero così: fluttuante. Non è la prima volta che la Disney propone come elemento tematico la conflittuale relazione tra genitori e figli o in generale in famiglia: pensiamo a “Ribelle – The Brave”, a “Encanto” e “Soul”. I genitori tendono ad avere spesso davvero molte aspettative sui propri discendenti e, quando questi progetti vengono a mancare, pare venire meno anche la stima nei loro confronti. É un dato apparentemente discutibile, ma altamente diffuso nel clima familiare ancora oggi. Quanti sogni spezzati? Quante rinunce? Quanti compromessi e sacrifici?
  2. L’amore esiste e vale in ogni sua forma: chi lo avrebbe mai detto? Una fiammetta e un’acquatico insieme, il connubio meno plausibile. Eppure, il loro amore trionfa sotto ogni aspettativa. Del resto, lo dicevano già gli antichi: omnia vincit amor.
  3. Anche dalle crepe nascono talenti: Ember è la dimostrazione in persona che dalla distruzione può rinascere qualcosa di prezioso, un po’ come il kintsugi giapponese. Dalle sue fiamme aggressive schizzano vetri rotti, ma con il suo calore riesce a riunirli. La famiglia di Wade resta stupita dalla bellezza di questo talento e la invitano a coltivarlo e, perché no, a trasformarlo in una possibile carriera, quella dei suoi sogni.
  4. Normalizziamo l’ansia e lo stress, ma anche la fragilità: Ember e Wade rappresentano due modelli di gestione emotiva. La prima ha grosse difficoltà nel gestire la sua ansia e la sua rabbia, che il più delle volte la portano a scoppiare e a devastare tutto ciò che ha attorno. Wade, al contrario, non è abile nella gestione delle sue emozioni e tende a commuoversi facilmente: questo lo renderebbe un personaggio meno mascolino, “meno eroe”, ma non si riesce a non amarlo alla fine del film.
  5. È un mondo tanto magico e colorato, quanto reale: le riflessioni in questo film sono innumerevoli, ma tendono a essere celate dal semplice film d’animazione. Element City è una città costruita per tre elementi, perché il fuoco si è dovuto adattare e riscoprire in un ambiente che di per sé gli è ostile. Non a caso, “Il Focolaio” è locato nelle zone più basse della città, in un ambiente più rustico e più umile, a differenza della casa elegante di Wade, con tanto di arredamenti ricercati e pregiati.

Queste sono solo poche riflessioni, ma con occhi attenti – magari guardandolo più di una volta – vi assicuro che coglierete molte altre sfumature di questo meraviglioso lungometraggio.

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