Vivere avendo i social o avere un social per vivere? Negli ultimi anni, l’uso dei social network è esploso, diventando un fenomeno diffuso e, talvolta, piuttosto invasivo. In questo articolo, cercheremo di vedere insieme in che modo un uso costante dei social può influenzare il modo in cui viviamo.
Un po’ di numeri

Dalla nascita del primo social network, SixDegrees, nel 1997, le piattaforme social si sono evolute, le loro funzioni sono state implementate e molti più utenti hanno iniziato a farne uso. Secondo le statistiche dell’Ansa, nel 2022 tali piattaforme contano complessivamente 4,62 miliardi di utenti, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Ciò significa che, in percentuale, il 58,4% della popolazione mondiale utilizza almeno un social. In Italia, invece, il numero di utenti è di 43,20 milioni, ossia il 71,6% della popolazione. Di questa percentuale, l’80,2% è costituito da utenti dai 13 anni in su.
Quanto alle piattaforme preferite dagli utenti di tutto mondo, troviamo alle vette della classifica WhatsApp, Instagram, Facebook e TikTok, con posizione variabile a seconda dell’area geografica di riferimento.
La “rivoluzione” dei social (sugli utenti)
Bene, ci siamo fatti un’idea di quanto sia esteso Il fenomeno ai nostri giorni; ma in che modo questo può influenzare la nostra quotidianità?
Sicuramente, i social ci permettono di restare in contatto o di essere aggiornati istantaneamente sulle vite di persone lontane, di attingere a notizie in maniera immediata e veloce, di seguire le tendenze principali degli ambiti (e degli utenti) di nostro interesse. Ma se da una parte i social offrono questi vantaggi, dall’altra esercitano un’influenza silenziosa sulla nostra psicologia.
In primis, secondo la rivista Focus, i social media creerebbero una dipendenza assimilabile a quella delle droghe, come è stato rivelato dalle scansioni cerebrali eseguite su vari utenti. In più, gli scienziati hanno notato una ridotta efficienza del multitasking. Chi trascorre molto tempo sui social risulta in difficoltà nel passare da un compito all’altro, più facilmente distraibile e meno efficiente nel memorizzare informazioni di qualsiasi tipo.

Non finisce qui. Gli psicologi hanno notato un incremento di episodi di depressione e ansia, legati all’utilizzo costante delle piattaforme social.
Smettiamo per un attimo di parlare di esperti: quante volte, nello scorrere il feed di Instagram, ci siamo sentiti inadatti? Quante volte abbiamo provato un po’di invidia o anche solo il desiderio di avere anche noi ciò che hanno “loro”? Questo desiderio può variare dall’estetica, alla popolarità, all’agiatezza economica, al successo personale, ma il risultato è pressoché il medesimo.
Bombardati da informazioni e modelli di altri utenti che condividono la loro vita apparentemente perfetta e piena, sviluppiamo al contempo un senso di inadeguatezza ed una ricerca cieca di consenso. Siamo indotti a nostra volta a mentire su come appare la nostra vita, su come ci sentiamo; giudichiamo i nostri successi, i nostri affetti sulla base di quelli altrui (o meglio, di ciò che mostrano) e dimentichiamo la nostra individualità, nel tentativo di uniformarci al modello “più di tendenza”.
Non fraintendiamoci: avere dei modelli può sempre essere uno sprone. Ma come ci si sente quando apparentemente “tutti” hanno una vita perfetta? Improvvisamente anche i parametri con cui si giudica questa fantomatica perfezione cambiano e i numeri di follower, di like, di visualizzazioni iniziano a diventare necessari per stabilire il nostro valore.
L’immagine di noi sul social diventa un metro per giudicare il nostro successo personale, a tal punto da ricercare la soddisfazione nella piattaforma più che nella vita reale. Ad esempio, si sostituisce l’interazione umana con quella digitale, con conseguente incremento del senso di solitudine. O ancora potrebbe accadere che si ricerchino traguardi o esperienze per il fine stesso dell’esibirle sul social: si va a una festa per postare la foto, si vive la serata fuori per mostrarla ai follower, insomma, si ricerca l’esperienza non per ciò che essa può offrire, ma per il consenso e l’apprezzamento che deriva nel postarla.
Ciò comporta che, al termine dell’esperienza reale, resti comunque un senso di inadeguatezza, laddove il focus è spostato sulla “risposta” del social piuttosto che all’azione stessa.
Tale meccanismo può manifestarsi (o meno) su vari livelli di profondità, non è una regola, ma è un fenomeno comune. Pertanto, se ti rispecchi in almeno una delle cose che ho detto in questo articolo, non sentirti sola/o.
Qualche consiglio per vivere “al meglio” il rapporto coi social

Purtroppo, non posso offrirti un metodo infallibile, ma posso darti dei consigli basandomi su ciò che ha aiutato e aiuta me tutt’ora.
- Ricorda che i social sono vetrine, in cui si cerca di apparire al meglio. Ciò non vuol dire che devi svalutare quanto vedi, ma che devi ricordare che è “relativamente vero”. Alle spalle di un successo possono esserci stati numerosi fallimenti o difficoltà, importanti tanto quanto il traguardo raggiunto: non sentirti inadeguato/a, usalo come uno stimolo per ricordare dove vuoi arrivare.
- I tuoi obiettivi e il tuo valore non si misurano sulla base di quelli degli altri. Ognuno ha le sue esperienze, il suo vissuto e la sua psicologia. Se non hai ancora un obiettivo, va bene così: hai solo bisogno di tempo e riflessione. Prenditi il tempo di capire cosa vuoi, non imitare gli altri solo per paura di essere in ritardo o inadeguato/a.
- Non si può sempre essere felici. Non si può sempre sorridere, non tutto può andare per il verso giusto. Anche se sul social non lo vedi, tutti abbiamo dei periodi no e questo non ci rende meno “in gamba”.
- I rapporti di amicizia e conoscenza online sono importanti, ma ricorda che non sono gli unici. Non dimenticarti di vivere la fisicità dei rapporti: è importante avere qualcuno da abbracciare o semplicemente guardare negli occhi quando si parla.
- Allontanati dai profili che ti fanno sentire inadeguato/a. Se ti senti troppo influenzato da qualcuno, allontanati, finché non riuscirai a gestire meglio ciò che la sua “presenza” ti suscita. Segui invece pagine o profili che ti stimolano, che assecondano i tuoi interessi e che possano spingerti ad una crescita personale. Tornerai a confrontarti con modelli “difficili” più in là.
- Ricordati che sei unico/a con i tuoi pregi, ma anche con i tuoi difetti e le tue debolezze. Non dimenticarti di chi sei per inseguire una tendenza.
Spero di averti aiutato e, se non è stato così spero ti sia sentito/a compreso/a. Se hai qualcosa da comunicare, se vuoi essere ascoltato, noi di univox siamo qui per te.