In questa settimana potrebbe capitarvi di vedere più donne indossare dei jeans rispetto al solito: non è una dichiarazione di moda, bensì è la settimana del Denim Day, ovvero un potente movimento contro il victim blaming e la violenza sessuale. Originatosi nel 1999 negli Stati Uniti, a Los Angeles, e poi diffuso piano piano in tutto il mondo, questo evento annuale ha guadagnato riconoscimento globale per il suo messaggio di solidarietà e di emancipazione. In Italia, è organizzato da Break The Silence, e per la prima volta anche Univox ne prende parte come co-organizzatore nella sede di Bari e come partecipante a Perugia.
La rilevanza del Denim Day deriva da un caso giudiziario del 1992 in Italia, in cui una condanna per stupro è stata annullata. I giudici hanno sostenuto che poiché la vittima, ai tempi diciottenne, indossava jeans aderenti, doveva aver acconsentito all’aggressione, portando così all’assoluzione del colpevole, il suo insegnante di guida quarantenne. Indignate da questa sentenza, le donne del Parlamento italiano hanno indossato i jeans al lavoro in segno di protesta, dando vita a un movimento che si è diffuso in tutto il mondo.
Ogni anno, durante il Denim Day, persone di tutto il mondo indossano il denim (ovvero il jeans) per mostrare solidarietà alle vittime di aggressione sessuale e per sfidare le idee sbagliate riguardo allo stupro e al consenso. Basti pensare al recente caso di Palermo, dove la ragazza stuprata dal branco è stata criticata online per come si veste e come si comporta. Questa giornata è un promemoria che la scelta dell’abbigliamento non è mai un invito al molestatore o alla violenza. Indossando il denim, gli individui si schierano al fianco delle vittime e si impegnano per un mondo libero dal victim blaming.
Oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica, il Denim Day è anche un appello all’azione. Incoraggia le comunità a informarsi sul consenso, sull’intervento di chi assiste e sul supporto alle vittime. Promuove conversazioni sulla diffusione della violenza sessuale e sull’importanza di credere e sostenere le vittime. Organizzazioni e individui partecipano al Denim Day attraverso campagne sui social media, eventi educativi e raccolte fondi per organizzazioni che lavorano per porre fine alla violenza sessuale. È un modo tangibile per mostrare sostegno alle vittime e contribuire alla lotta in corso contro l’aggressione sessuale.
Il Denim Day in tutta Italia
In diverse città italiane, il Denim Day è stato già celebrato. In genere la giornata dedicata sul calendario è quella dell’ultimo mercoledì di aprile, ma in genere si può celebrare in ogni momento di quella settimana. Città come Torino o Savigliano lo hanno celebrata il 24 aprile, mentre Perugia ha scelto un giorno prima. Come Univox, siamo stati partecipi a quest’ultima giornata tramite la nostra socia Giulia Grasso.
Perugia
A Perugia il Denim Day è stato celebrato il 23 aprile, un giorno prima. Non siamo scesi in piazza perché il meteo ci ha un po’ remato contro, con delle temperature fin troppo basse per il mese di aprile. Tuttavia, l’Università per Stranieri ha ospitato la giornata tramite l’Aula Cult, un Community Hub auto gestito da più associazioni che hanno partecipato all’evento, come DSF Perugia o Beyond What They Sell, realtà cittadine che è stato molto bello conoscere e ascoltare, per istruirci e scambiarci idee su come poter migliorare, insieme, il mondo in cui viviamo.
Un messaggio che mi è rimasto molto impresso è stato quello di Marylisa, volontaria Break The Silence a Perugia, dottoranda in Scienze Politiche, che ha spiegato come sia sbagliato il termine revenge porn. Mi ha colpito, perché io non ci avevo mai pensato, e utilizzato molto spesso questo termine negli articoli scritti. In realtà, però, con questo termine si cerca di fare victim blaming, in quanto revenge, vendetta, implica che la vittima abbia effettivamente fatto qualcosa per meritarsi la vendetta, e porn in genere lo utilizziamo per gli attori pagati e consensienti della pornografia.
Allo stesso modo, è stato bello ascoltare la giurista presente, di cui ora mi sfugge il nome, ma che ci ha spiegato quanto la legge dovrebbe cambiare per poter smettere di colpevolizzare la vittima, a partire dal dover ripercorere troppe volte la violenza, a tutte le domande, spesso cattive, che vengono fatte. Come quel “come eri vestita?“, “ma hai detto di no?“, arrivando a quello chiesto dall’avvocata Antonella Cuccureddu, difensore di Francesco Corsiglia, accusato di aver violentato, insieme a un gruppo di suoi amici fra cui Ciro Grillo, una giovane ragazza: “perché non l’hai morso?“.
In conclusione, durante questo Denim Day abbiamo anche scoperto tutte le attività che lavorano su Perugia e che aiutano le persone in caso di violenza sessuale, fra cui gli stessi Punti Viola, ideanti da Donne x Strada e che a Perugia sono presenti in due locali. Il Denim Day è un vibrante richiamo al potere dell’azione collettiva nel contestare atteggiamenti dannosi e nel sostenere le vittime di violenza sessuale. È un giorno per indossare il denim con uno scopo ben preciso, per opporsi al victim blaming e per promuovere un mondo in cui tutti si sentano al sicuro e rispettati.
Come Univox, adesso, vi aspettiamo a Bari, per far sentire, ancora una volta, la nostra voce.
Giulia, 24 anni, blogger. Ipersensibile, empatica fino alla sofferenza, amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Il mio sogno nel cassetto è rivoluzionare il sistema scolastico e universitario basato su un merito che fa soffrire.
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