Triangolazione e conflitti familiari: 5 cose da sapere
Triangolazione e conflitti familiari: 5 cose da sapere

Triangolazione e conflitti familiari: 5 cose da sapere

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Le relazioni familiari sono complesse e spesso coinvolgono dinamiche che vanno al di là dei semplici rapporti tra due individui. Un concetto chiave per comprendere tali dinamiche è quello di triangolazione familiare, ovvero l’inclusione di una terza persona all’interno della relazione tra due individui. Questa terza persona può influenzare la comunicazione, l’equilibrio e la risoluzione dei problemi familiari.

In questo articolo esploreremo la triangolazione da un punto di vista funzionale e disfunzionale, analizzando come queste dinamiche possano influenzare le relazioni nel contesto familiare.

Uso l’altro per gestire un conflitto

Nelle famiglie le relazioni sono spesso caratterizzate da situazioni conflittuali, difficili da risolvere. A causa di tale complessità non sempre è facile trovare strumenti e risorse per riuscire a gestirle, in modo da favorire una crescita personale e familiare. Una modalità con cui gestire tali conflitti è la triangolazione familiare.

Murray Bowen, sviluppatore della Teoria dei Sistemi Familiari, sostiene che “Il triangolo è alla base di ogni sistema emotivo” e che quindi ogni relazione non è diadica, cioè non avviene tra due persone, ma ne coinvolge almeno tre.

La triangolazione può essere funzionale, contribuendo al benessere della famiglia: una terza persona può facilitare la comunicazione e la comprensione reciproca, promuovendo così la risoluzione dei problemi e l’armonia familiare. Un esempio di triangolazione può essere quando un membro della famiglia assume il ruolo di sostegno emotivo per un altro membro in un momento di difficoltà. Questa terza persona può fornire conforto, comprensione e supporto, creando un ambiente sicuro in cui affrontare i problemi.

Triangolazione disfunzionale

Talvolta la triangolazione familiare può anche assumere un carattere disfunzionale, creando dinamiche negative e problematiche. Questo può verificarsi quando la terza persona coinvolta agisce come un “alleato” per uno dei membri della famiglia, formando una coalizione contro un altro membro.

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Un esempio di triangolazione familiare disfunzionale può essere quando un genitore coinvolge un figlio nel conflitto con l’altro genitore, trasformandolo in un messaggero o manipolandolo emotivamente per i propri scopi. La triangolazione del bambino può essere, per esempio, messa in atto da una madre, che può stringere un’alleanza con il proprio figlio confidandogli i suoi problemi coniugali. Questo non solo mette il figlio in una posizione difficile, ma anche indebolisce i legami familiari e crea uno squilibrio di potere. Un figlio potrebbe essere costretto a svolgere il ruolo di mediatore o confidente tra i genitori, impedendo così lo sviluppo di un’identità indipendente e sana.

Quali sono le conseguenze?

La triangolazione disfunzionale può portare alla fissazione di ruoli disfunzionali all’interno della famiglia, ovvero i membri assumono comportamenti e responsabilità assegnati o auto-attribuiti come meccanismo di adattamento per affrontare situazioni di stress o per fronteggiare dinamiche disfunzionali preesistenti. La terza persona può, ad esempio, assumere il ruolo di “salvatore”, sentendosi responsabile del benessere emotivo degli altri membri della famiglia e assumendo un ruolo di supporto e soccorso. Il “salvatore” può sottrarre l’autonomia agli altri membri, facendo loro sentire di non essere capaci di affrontare i propri problemi senza il suo aiuto costante.

Essere coinvolti in una triangolazione disfunzionale può causare stress, ansia, depressione e altri problemi emotivi e psicologici sia per la terza persona coinvolta che per gli altri membri della famiglia. La mancanza di risoluzione dei problemi e il costante coinvolgimento in dinamiche disfunzionali possono avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere di tutti i membri coinvolti.

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In particolare, la triangolazione di un figlio può comportare lo sviluppo già nell’infanzia, ma soprattutto in adolescenza, di problematiche legate all’aggressività, all’autolesionismo, ai disturbi alimentari e alle dipendenze.  

Perché si sviluppa una triangolazione disfunzionale?

Alcune delle principali cause della disfunzionalità della triangolazione nel contesto familiare possono essere le seguenti:

  • Modelli familiari disfunzionali: le famiglie tendono a ripetere schemi comportamentali che possono derivare da esperienze passate o da modelli familiari negativi. Se un genitore ha vissuto un’infanzia in cui la triangolazione era comune o ha sperimentato relazioni disfunzionali, potrebbe replicare queste dinamiche all’interno della sua famiglia.
  • Disfunzioni comunicative: una comunicazione inefficace o distorta all’interno della famiglia può portare all’inclusione di una terza persona come canale di comunicazione o come “portavoce” per i conflitti o le tensioni esistenti.
  • Conflitti non risolti: la presenza di conflitti irrisolti o persistenti all’interno della famiglia potrebbe coinvolgere una terza persona per cercare di risolvere o evitare il conflitto, creando ulteriori tensioni.

Come affrontare i meccanismi della triangolazione

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Per promuovere relazioni familiari positive, è importante incoraggiare la comunicazione aperta, la comprensione e la risoluzione dei problemi diretti tra i membri della famiglia. In alcuni casi, potrebbe essere utile cercare il supporto di un terapeuta per affrontare e superare le dinamiche disfunzionali.

La comprensione della triangolazione familiare funzionale e disfunzionale può aiutarci a esaminare in modo più approfondito le dinamiche relazionali all’interno delle famiglie e a lavorare verso il benessere familiare duraturo.

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