Samuel Beckett diceva: “Prima Danza. Dopo pensa. E’ l’ordine naturale delle cose”. La danza è una forma intuitiva di espressione, in grado di connettere mente e corpo in un movimento unico. Essa fa parte della nostra quotidianità, in maniera più o meno preponderante, quale forma di espressione, di sfogo, di hobby: si balla per esprimere felicità, per rilassarsi, oppure, in alcune culture, come mezzo di preghiera. La danza, inoltre, è stata anche oggetto di filosofia e letteratura, divenendo parte della cultura comune; ma siamo sicuri di sapere tutto ciò che c’è da sapere? Vediamo insieme 5 curiosità in merito, che forse non conoscevi.
1. Esiste una Giornata internazionale della Danza
Promossa dall’International Dance Council dell’UNESCO, è stata istituita nel 1983 e ricorre proprio domani 29 aprile. La data coincide con la nascita di Jean-Georges Noverre, coreografo vissuto a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento e creatore del balletto moderno. L’obiettivo di questa giornata è quello di celebrare la danza quale linguaggio universale, capace di mettere in relazione individui diversi in qualsiasi parte del mondo. Essa, inoltre, è in grado di attraversare ogni barriera comunicativa e può rendersi mezzo di espressione culturale. Prima ancora che una celebrazione, la Giornata è un invito alla danza quale mezzo di condivisione e comunicazione, nonché strumento per una migliore gestione delle proprie emozioni.
In occasione di tale giornata, viene diffuso globalmente un messaggio di un coreografo o ballerino professionista, volto ad esprimere la sua concezione della danza. In ogni Paese, poi, vengono organizzate varie iniziative; per alcune di quelle attive in Italia, puoi consultare questa pagina.
2. Ha origini antichissime
Le prime testimonianze di una raffigurazione artistica della danza risalgono alla fine dell’età paleolitica: incisioni, graffiti, pitture su supporti di vario tipo. Essa aveva probabilmente due funzioni principali, una sociale ed una magico-simbolica-rituale: in entrambi i casi il singolo, attraverso il movimento ritmico, si allineava all’insieme danzante – sia esso “cosmico” o dei pari – fino ad un’identificazione del singolo nella collettività. La danza consisteva nella ripetizione di schemi ritmici e geometrie che avevano come modello gli eventi naturali e che si tramandavano andando a costituire una vera e propria tradizione.
La sua storia prosegue con la civiltà minoica e, successivamente, greca. Si ballava in associazione ad altre performance artistiche – ad esempio come accompagnamento a musica o teatro -, in occasione di eventi sportivi, oppure durante le feste religiose; ma vi sono testimonianze di attività coreutiche indipendenti. Possiamo distinguere tra performance individuali e di gruppo, di professionisti o a scopo di svago, mentre una categoria peculiare è costituita dalle danze marziali – realizzate come rito propiziatorio prima di una battaglia o in occasione della stipula di un trattato di pace. La dimensione rituale-marziale era presente anche nella cultura italica e romana, di cui ricordiamo ad esempio il tripudium.
La storia della danza continua attraverso i secoli fino al medioevo, progressivamente acquisendo i caratteri che l’hanno resa ciò che conosciamo oggi.
3. Anche alcuni animali danzano
Sebbene possa sembrare strano ad un primo ascolto, anche gli animali danzano. Gli obiettivi possono essere l’acquisizione di cibo o il corteggiamento; più in generale, le danze svolgono un ruolo fondamentale nei contesti competitivi: l’animale si mette in mostra rispetto ad altri esemplari per affermare la propria superiorità. Alcuni animali creano addirittura coreografie complesse: tra questi vale la pena menzionare i cavallucci marini, il cui rituale di corteggiamento dura diverse ore, e i diamanti mandarini, che emettono anche dei vocalizzi per attirare l’attenzione su di sé durante la performance. Altri animali che utilizzano queste pratiche sono i primati non umani, le aquile testabianca, le api, i rettili oltre che il più famoso pavone.
4. Può essere un valido strumento d’aiuto per i ragazzi con DSA
Una ricerca condotta dall’Università di Milano Bicocca, in collaborazione con l’Istituto Besta, ha riconosciuto nei dislessici una mancanza del senso del ritmo. Ci sarebbe quindi una sfasatura di qualche frazione di secondo tra quello che si dice e quello che si guarda, con una conseguente influenza sulla capacità di anticipazione. La docente Maria Teresa Guasti, che ha partecipato allo studio afferma infatti che: «Per avere un ritmo, occorre una sequenza di suoni e pause organizzati temporalmente con una struttura temporale che permetta al soggetto di agire per anticipare un evento futuro. Quindi un comportamento ritmico deve avere due elementi importanti, il primo è la sincronizzazione e il secondo è il tempo di intervento».
La danza rappresenterebbe quindi uno dei migliori e possibili mezzi correttivi, poiché prevede un impiego costante del ritmo nella quotidianità. Il professor Stucchi afferma infatti: «Tutte le attività che spingono ad anticipare per poter fare fluentemente qualche cosa sono attività ottime. Da questo punto di vista sono indicate la musica, la danza ma qualsiasi attività motoria, che permetta di coordinare e produrre una sequenza temporale regolare».
5. Apporta benefici psicofisici
Agendo su diversi livelli, la danza può apportare benefici psicofisici. Soprattutto:
- migliora la coordinazione e la tonicità muscolare;
- migliora la memoria, l’attenzione e la concentrazione, combattendo l’invecchiamento cerebrale: secondo uno studio del 2003, condotto da M. Joe Verghese, ballare favorisce la formazione di nuove sinapsi neuronali e rallenta la progressiva perdita di volume dell’ippocampo;
- promuove l’espressione delle emozioni attraverso il corpo;
- incrementa l’autostima;
- riduce ansia e stress, costituendo un valido aiuto anche per chi soffre di disturbi dell’umore: quando balliamo il corpo produce dopamina e serotonina, sostanze che abbassano i livelli di cortisolo generando una sensazione di felicità;
- favorisce i processi di socializzazione, instaurando dinamiche di gruppo;
- sviluppa la creatività: uno studio di Peter Lovaat, direttore del Laboratorio di Psicologia della Danza all’Università di Hertfordshire, ha dimostrato che ballare aiuta il cervello a intraprendere nuove vie di pensiero e creare nuovi circuiti neuronali.
Chiudo questo articolo con una citazione di Molière che mi piace molto: «Nulla è così necessario agli uomini come il ballo. Senza il ballo, un uomo non saprebbe far nulla. Quando un uomo ha commesso uno sbaglio nella propria condotta, sia negli affari di famiglia, sia nel governo di uno stato, sia nel comando di un esercito, non si dice sempre: “Il tale ha fatto un passo falso in un certo affare”? E fare un passo falso, da cosa deriva se non dall’ignoranza del ballo?»
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