Il 21 aprile ricorre la Giornata Mondiale della Creatività e dell’Innovazione. Si tratta di una giornata internazionale riconosciuta dalle Nazioni Unite, istituita con l’obiettivo di promuovere l’uso della creatività quale mezzo fondamentale di sviluppo e crescita umana. Essa era stata ideata già nel 2001 da Marci Segal, autrice e consulente canadese, esperta anche in leadership creativa. Il riconoscimento ufficiale da parte dell’ONU, però, arriverà soltanto nel 2017, anno a partire dal quale la Giornata verrà celebrata regolarmente ogni anno. Ma qual è la sua importanza?
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Perché una Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione: gli obiettivi di Agenda 2030
Nel 2015, i governi dei 193 Paesi membri dell’ONU hanno ideato e sottoscritto un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, che va sotto il nome di Agenda 2030. Esso consta di 17 obiettivi fondamentali (Sustainable Development Goals, SDGs), inclusi in un programma di traguardi di più ampio respiro – in totale sono stati identificati 169 “target”. L’Agenda 2030 vuole proporsi quindi come un promemoria di azioni fondamentali, di linee guida che i Paesi si impegnano a perseguire nei prossimi 15 anni al fine di ottenere uno sviluppo mondiale sostenibile.
Per questo motivo la scelta di istituire una Giornata Mondiale della creatività e dell’innovazione risulta pienamente coerente con gli obiettivi ONU: in un mondo a rischio, in cui si sente l’urgenza di un cambio di rotta verso una condotta rispettosa e responsabile, la creatività e l’innovazione sono strumenti fondamentali per raggiungere una crescita reale, sono punti da cui partire per trovare soluzioni migliori.

Perché ri-partire dalla creatività? Un po’ di storia del concetto
Ma perché ripartire proprio dalla creatività? Perché essa è la capacità di inventare e di reinventarsi. Intesa nel suo significato di attitudine cognitiva, è stata al centro di molti studi di psicologia e neuropsicologia a partire dal Novecento, che ne hanno sottolineato l’importanza. La prima formulazione non sistematica di creatività è quella di Dewey, che la affronta nei termini di problem-solving. A partire dai suoi studi, Wallas identificherà il problem solving come processo creativo e aggiungerà tra gli elementi caratterizzanti l’intuizione (o insight).
Un diverso approccio è preferito da Jean Piaget, psicologo e pedagogista cognitivista, per cui la creatività è una componente dell’intelligenza, che appartiene a bambini e adulti. Essa rappresenta la caratteristica principale dell’apprendimento, perché consiste nella destrutturazione di un concetto appreso al fine di ricostruirlo secondo le proprie strutture mentali.
Sarà Guilford, invece, psicologo americano esponente della Gestaltpsicologie (ossia, psicologia della rappresentazione), a studiare la creatività in modo sistematico. Essa è intesa come capacità di inventare oggetti e soluzioni nuove ed efficaci. In particolare, la creatività sarebbe una caratteristica di quello che viene definito pensiero divergente (o laterale, nella formulazione di De Bono), una forma mentis in grado di elaborare varie soluzioni per un medesimo problema. Il pensiero divergente è caratterizzato infatti da:
- flessibilità: riguarda la quantità di idee prodotte;
- fluidità: riguarda l’agilità mentale di passare da un’idea all’altra;
- originalità;
- elaborazione: capacità di sostanziare fino in fondo la propria idea;
- valutazione: comprendere quale tra le varie idee è la migliore per la risoluzione del problema.
Tutte le formulazioni fin qui esposte hanno in comune un tratto: la capacità di trovare nuove soluzioni. Questo è ciò di cui il mondo ha bisogno ora: nuove risposte ai vecchi problemi. Davanti all’incessante ritmo del cambiamento, la creatività è la miglior risposta e deve essere il motore dell’innovazione.

Creatività e innovazione: una prospettiva personale
Fino ad ora abbiamo parlato del significato di creatività e innovazione nell’ottica “scientifica” di una crescita globale, ma si tratta di elementi fondamentali anche per lo sviluppo individuale. Credo infatti che creatività e innovazione siano strettamente connessi al concetto di resilienza, ossia la capacità di reagire in maniera costruttiva ad esperienze dolorose e negative. Essere resilienti, di fatto, non significa non provare sofferenza, ma saper interiorizzare l’esperienza negativa per rielaborarla in qualcosa di costruttivo. Ancora, resilienza significa riorganizzare la propria vita a seguito di un evento traumatico che sconvolge – più o meno intensamente – il nostro equilibrio e la nostra routine. In questo senso, quello di sapersi “reinventare”, creatività e innovazione sono rispettivamente lo strumento e il risultato della resilienza stessa.

Ancora, creatività e innovazione aiutano a sviluppare la pazienza, la riflessione e la continua messa in discussione di ciò che si conosce, di ciò che si pensa: l’innovazione insegna che c’è sempre qualcosa che può essere migliorato; la creatività ci insegna che c’è sempre un nuovo modo per approcciarci al mondo. In questo modo ci spingiamo a misurarci con i nostri limiti, comprenderli, superarli e raggiungere anche una certa autoconsapevolezza.
In conclusione, perché una Giornata mondiale della Creatività e dell’Innovazione? Perché essa promuove concetti validi su scala mondiale, ma anche individuale e personale. Ci ricorda, giorno dopo giorno, che non è mai tardi per ricominciare, per cercare il nuovo laddove non lo vediamo: noi siamo il germe e la forza del cambiamento.
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