Oggi abbiamo deciso di parlare del teatro e soprattutto del benessere che ti può far provare, partendo dalle origini.
Le origini antiche e purificatrici del teatro antico
Il teatro antico e moderno (o meglio attuale) ha rappresentato un luogo e al tempo stesso un momento di catarsi. Che cosa si intende per catarsi? Dal greco κάθαρσις (katharsis), nell’antichità, presso la civiltà greca essa indicava una sorta di purificazione che lo spettatore (di elevata, media o bassa condizione sociale – a tutti veniva concesso di usufruire delle perfomances teatrali) viveva nel momento in cui assisteva alle azioni, ai monologhi, ai dialoghi dei personaggi.
In particolare egli si immedesimava nelle dinamiche della pièce teatrale (essa poteva essere o una commedia o una tragedia o un dramma satiresco), ne assorbiva le emozioni, le sensazioni che trasparivano dalle parole, ma anche dai silenzi, dalle pause, dal non detto di uomini e donne in scena, le rielaborava secondo la propria sensibilità e le rendeva parte integrante del suo essere, della sua personalità e della sua quotidianità.
Lo spettatore aveva, così, modo di tornare alla vita quotidiana rinato, arricchito. Si parla non solo di ricchezza a livello emotivo, ma anche di ricchezza in relazione all’orizzonte ideologico e valoriale trasmesso dall’opera portata in scena. In concreto, a titolo esemplificativo, per i Greci erano sacri valori quali l’ospitalità (in greco ξενία «xenía», viene rappresentata nella Medea di Euripide, tragediografo di V secolo a.C.), la devozione nei confronti degli dèi (in greco εὐσέβεια, «eusébeia» concetto che trova la sua manifestazione nell’ Aiace di Sofocle, tragediografo di V secolo a.C.) o la fedeltà coniugale espresso in numerosi drammi.
Si può notare, dunque, come idee, principi radicati nel mondo antico siano evidente caratteristica dei giorni nostri. Una differenza? Probabilmente oggi si riserva poca attenzione a queste tematiche, non se ne ha cura e spesso si cade nel tunnel buio della superficialità.
Il teatro oggi
In continuità con l’età antica, anche oggi il teatro assolve alla medesima funzione di far emergere emozioni, aspetti della propria personalità, momenti di vita quotidiana che hanno esercitato un’influenza particolare sull’individuo. Non necessariamente nell’ambito di macro-realtà come possono essere le accademie o certi palchi internazionali. Non si dimentichino i tanti laboratori di attività teatrale finalizzati ad abbattere paure, incertezze delle persone che vi fanno parte.
Una sola regola: mettersi in gioco! A tal proposito, sono molto utili i tanti esercizi di improvvisazione: l’insegnante offre un canovaccio di base, inquadra a grandi linee la dinamica, il contesto in cui si svolgerà la scena; il compito degli allievi, poi, è quello di cercare di essere il più possibile creativi, raggiungere, quindi, un buon grado di immaginazione ed inscenare un dialogo (la durata viene stabilita prima dell’avvio dell’attività) che dovrebbe avere un inizio, una parte centrale di sviluppo della vicenda e una conclusione.
Teatro antico e moderno: si può parlare di teatro-terapia?
Sebbene, come già detto in precedenza, già per gli antichi il teatro sia stato medicina per la dimensione emotiva (anche umana) dell’individuo, tuttavia ai giorni nostri si addice di più il concetto di teatro-terapia proprio per gli studi sviluppati in materia. Come spiegano le dottoresse Cristina Colantuono ed Elena Fortuna, si tratta di una particolare tipologia di terapia che può essere di grande aiuto a livello psicologico. Infatti in questi casi l’obiettivo non è quello di produrre un’ottima performance, ma deve essere incentrato sulla scoperta e consapevolezza di se stessi.
Tre sono i momenti fondamentali in un percorso di questo tipo: una prima fase improntata sul riscaldamento del corpo e della voce; una seconda fase costituita da momenti di ascolto, accoglienza e condivisione di vissuti propri e degli altri attraverso il dialogo, la costruzione di storie e l’immancabile improvvisazione; la terza fase è quella conclusiva, è quella in cui si traggono le conclusioni delle attività svolte e dei micro-obiettivi da raggiungere a breve e a lungo termine.
La teatro-terapia è consigliata in ambito preventivo perché essa agisce sulla sfera emotiva dell’individuo; in ambito terapeutico; per una riabilitazione del soggetto (non solo paziente, anche detenuto, tossicodipendente) al fine di aiutarlo nel reinserimento sociale; a livello educativo e formativo, soprattutto per i ragazzi, bambini ed adolescenti.