Il lavoro minorile: una piaga da abbattere
Il lavoro minorile: una piaga da abbattere

Il lavoro minorile: una piaga da abbattere

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Ogni anno, al lavoro minorile è dedicata la giornata del 12 giugno: si tratta di una vera e propria piaga sociale evidente soprattutto nei paesi in via di sviluppo e sottosviluppati. La Giornata mondiale di quest’anno si concentrerà sulla celebrazione del 25º anniversario dell’adozione della Convenzione OIL (organizzazione internazionale del lavoro) n. 182 sulle forme peggiori di lavoro minorile (1999) che, nel 2020, è stata la prima Convenzione dell’OIL ad essere ratificata universalmente.

Sebbene siano stati compiuti dei progressi per la riduzione (fino alla scomparsa vera e propria) del lavoro minorile, negli ultimi anni, si è assistito ad un’inversione di tendenza a livello mondiale. A riguardo, con l’adozione dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 8.7, la comunità internazionale si è impegnata ad eliminare il lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025.  I governi di tutto il mondo hanno ratificato le Convenzioni OIL sul lavoro minorile (Convenzione n. 182 ratificata da tutti i 187 Stati membri dell’OIL e Convenzione n. 138 ratificata da 176 Stati membri) e si impegnano alla loro attuazione.

Bambino e lavoro minorile

Alcuni dati

Nel mondo sono più di 160 milioni i bambini intrappolati in impieghi che mettono a rischio la loro salute mentale e fisica e li condannano ad una vita senza svago né istruzione. Secondo i dati dell’OIL, nel mondo oltre 70 milioni di bambini sono impiegati in varie forme di lavoro pericoloso, come il lavoro in miniera, a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli o con macchinari pericolosi. E’ il caso dei bambini impiegati nelle miniere in Cambogia, nelle piantagioni di tè nello Zimbabwe o che fabbricano bracciali di vetro in India. Da non dimenticare sono i bambini sottoposti a sfruttamento sessuale per fini commerciali: si stima che circa un milione di questi subisca tale maltrattamento ogni anno.

Se le varie tipologie di lavoro minorile fin qui esposte possono essere quantificate, una più di altre è caratterizzata dall’invisibilità e sfugge a una valutazione statistica: si tratta del lavoro domestico e familiare in cui sono impiegate soprattutto le bambine.

lavoro da schiavitù infantile

Come sensibilizzare sul lavoro minorile?

In primo luogo, per avere una panoramica sul delicato argomento qui affrontato, è bene osservare attentamente le ultime rilevazioni statistiche condotte da “Save The Children” e UNICEF. A tal proposito, UNICEF per la giornata del 12 giugno ha programmato un incontro online con l’obiettivo di condividere il report statistico “Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro ” (tra le misure di sensibilizzazione è da ricordare l’istituzione di un osservatorio da parte della stessa organizzazione, per la tutela e la sicurezza sul lavoro degli under 18); Save the Children, invece, per l’occasione, ripropone i dati dell’indagine sul lavoro minorile in Italia, “Non è un gioco”.

In secondo luogo, può essere utile proporre iniziative che vadano sempre nella direzione della sensibilizzazione: incontri, discussioni, forum con l’intervento anche di esperti sul tema. Sarebbe anche auspicabile individuare strategie per rendere interessanti e accattivanti questi incontri, in modo tale da attirare l’attenzione della fascia più giovane (bambini, adolescenti, ragazzi), ricorrendo al gioco per esempio, a storielle con personaggi inventati ma con un messaggio significativo alla base.

In questo modo si dà la giusta visibilità alle numerose persone fragili e indifese che, quindi, non farebbero più parte dei sommersi, ma dei salvati (per dirla con le parole di Primo Levi, autore del noto capolavoro “Se questo è un uomo”). Diviene, dunque, necessario agire con azioni di informazione continue e costanti nel tempo: più persone ne vengono a conoscenza, più aumenta la probabilità che queste ultime, di fronte al problema, sappiano come approcciarsi e, di conseguenza, come risolverlo. Solo così si prepara la strada per un mondo migliore, più giusto e più equo.

Bambino a lavoro

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