Ti è mai capitato di fare fatica ad apprendere qualsiasi cosa venga spiegata a scuola, di sentirti demotivato/a o in ansia? Probabilmente stai sperimentando una situazione di disagio scolastico. In questo articolo vedremo insieme di cosa si tratta, come riconoscerlo ed in che modo provare a risolverlo.
Cos’è il disagio scolastico?
Gli studiosi Mancini e Gabrielli lo definiscono come “uno stato emotivo non correlato significativamente a ritardo cognitivo, a disturbi di linguaggio o a disturbi psicopatologici, che si manifesta attraverso un’insieme di comportamenti disfunzionali, che impediscono al soggetto di vivere adeguatamente le attività di classe, di apprendere con successo, usando al massimo le proprie capacità cognitive, affettive e relazionali”.
Il termine “disagio scolastico” indica infatti tutta una serie di difficoltà legate al malessere con cui l’alunno vive l’esperienza scolastica. In altre parole, parliamo di disagio scolastico laddove lo studente soffre la quotidianità all’interno della classe, a tal punto da avere ricadute psicologiche, comportamentali o d’apprendimento. Secondo gli studiosi, il disagio scolastico si configura come un aspetto del “disagio giovanile” e riguarda prevalentemente preadolescenti ed adolescenti. Si tratta di un fenomeno complesso le cui radici sono da ricercarsi non solo nella scuola, quale luogo di insorgenza delle problematiche, ma anche in variabili personali e sociali – come ad esempio le proprie caratteristiche psicologico-caratteriali e il contesto familiare-culturale in cui operiamo ogni giorno.
Si tratta quindi di un fenomeno composito e multifattoriale, motivo per cui risulta impossibile dare una definizione univoca e statica. Pertanto, non possiamo parlare semplicemente di “un problema”, ma di varie problematiche scolastiche, che variano per natura e intensità.
Possiamo distinguere tre livelli di disagio:
- Non grave: il malessere è correlato prevalentemente ad esperienze di insuccesso e resta circoscritto a questi episodi. Si manifesta con comportamenti di chiusura, aggressività e autosvalutazione, ma si risolve nell’arco di un tempo più o meno breve;
- Intermedio: spesso si manifesta con comportamenti trasgressivi e può sfociare in atti intimidatori e di bullismo;
- Grave: si manifesta con comportamenti autolesivi e arriva anche all’abbandono degli studi (dispersione scolastica).
Le cause del disagio scolastico
Si è già detto che il disagio scolastisco scaturisce da un’interazione tra le caratteristiche psicologico-comportamentali della persona e l’ambiente circostante. Queste caratteristiche vengono indicate negli studi come “fattori di rischio”. I fattori di rischio coinvolti sono:
- Fattori individuali: i più comuni sono scarsa autostima, diminuita autoefficacia, locus of control esterno, difficoltà nel tollerare la frustrazione, esperienze negative passate legate al contesto scolastico, scarse competenza emotiva e abilità sociali;
- Fattori legati alle dinamiche familiari: l’atteggiamento dei genitori nei confronti del rendimento scolastico può generare pesanti conseguenze nel modo in cui lo studente si rapporta alla scuola. Ad esempio un atteggiamento iperprotettivo da parte dei genitori, rischia di favorire carenza di impegno nell’affrontare le difficoltà e le sfide; essere autoritari, invece può portare ad una risposta di chiusura o a tendenze oppositive-provocatorie, nonchè aggressive. Al contrario, un atteggiamento troppo permissivo può essere percepito come manifestazione di scarso interesse, impedendo lo sviluppo della capacità di tollerare la frustrazione e incentivando pensieri di autosvalutazione, che ricadono in difficoltà relazionali e un attaccamento insicuro nei confronti delle figure genitoriali;
- Fattori socioculturali e socioeconomici: già la normativa riconosce lo svantaggio socioculturale come un BES (Bisogno Educativo Speciale). Questo perchè la scarsa presenza e qualità di infrastrutture, servizi, offerte formative, culturali e ricreative incide sulla qualità della formazione e sul successo scolastico;
- Fattori intrinseci alla scuola: ad esempio, un insegnante che non sa leggere i segnali di disagio provenienti dagli alunni finisce con l’intensificare la difficoltà, piuttosto che arrivare alla risoluzione del problema. Tra i fattori scolastici possono però rientrare anche: discontinuità ed instabilità del corpo insegnante, mancata flessibilità nei percorsi didattici e negli stili di insegnamento, difficoltà relazionali con docenti e compagni.
5 segnali che possono essere sintomo di disagio scolastico
Chi si trova a vivere una situazione di disagio scolastico fa spesso difficoltà ad apprendere ciò che viene spiegato, nonostante non abbia disturbi cognitivi. Il problema infatti riguarda il rendimento, che risulta inferiore rispetto alle potenzialità cognitive del soggetto coinvolto. Ed ecco che lo studente si sente costantemente impreparato, prova ansia all’idea di entrare in classe, manifesta vuoti di memoria imporovvisi, mal di pancia o mal di testa, fino a giungere al rifiuto totale della scuola o divenire un elemento di disturbo in classe.
Ma cosa prova chi soffre una situazione simile? Quali sono i segnali che forse il proprio malessere è sintomo di disagio scolastico?
- Scarsa motivazione: non ci si sente spronati ad impegnarsi, ad impiegare energie partecipando alla lezione o allo studio indiviudale;
- Apatia e stanchezza: non si trovano stimoli, nemmeno nel rapporto coi propri compagni; l’ambiente diventa difficile da tollerare e si preferisce l’isolamento;
- Difficoltà relazionali ed emozionali: il tratto più comune è quello di provare un senso di aggressività di cui non si riescono immediatamente ad individuare le cause. Tale aggressività, fisica o verbale che sia, può rivolgersi contro compagni, insegnanti o oggetti. In altri casi, accanto a questa tendenza aggressiva, può presentarsi l’incapacità di controllare le proprie emozioni, sfociando in reazioni eccessive, siano esse positive o negative. Ancora, si prova una sensazione di discomfort e di inadeguatezza nel relazionarsi al gruppo classe;
- Ansia: sia essa prima dell’interrogazione, all’ingresso in aula o a casa in fase di studio;
- Difficoltà o deficit d’attenzione: ci si distrae facilmente, le lezioni o lo studio risultano noiosi fino quasi a sperimentare un senso di rifiuto o nausea. Talvolta, tali deficit attentivi possono sfociare nell’iperattività, con conseguente insofferenza a tollerare i ritmi di scuola e studio.
Soluzioni e prevenzione
Gli studiosi Marcelli e Braconnier hanno delineato tre livelli di intervento preventivo, che il docente e l’intero contesto scolastico dovrebbero mettere in atto in caso di disagio scolastico. Il primo è la prevenzione primaria, che comporta azioni a livello dell’ambiente o dell’individuo al fine di prevenire l’emergere di disagi o disturbi. Il secondo è la prevenzione secondaria, che implica interventi mirati in risposta al riconoscimento precoce di disagi o disturbi. Infine, il terzo livello è la prevenzione terziaria, che consiste in interventi specialistici specifici a fronte di disturbi evidenti o dell’insorgere di complicanze.
Ma cosa può fare ciascuno di noi? Una strada potrebbe essere quella di incrementare e incentivare degli atteggiamenti o tratti che fungono da “fattori prottettivi”: tra questi, il fattore più importante è quello dell’autostima, seguito senza dubbio da un potenziamento della propria intelligenza emotiva. Lavorare su questi aspetti ci aiuta innanzitutto a valutare positivamente noi stessi e il nostro valore personale, aiutandoci anche a sviluppare una percezione di controllabilità rispetto agli eventi (locus of control interno).
Incrementeranno così la nostra autoefficacia, ossia la percezione della nostra competenza in un determinato contesto, e la capacità di autocontrollo, derivata da un dialogo con se stessi e da una maggiore comprensione dei nostri stati d’animo. Certo, si tratta di obiettivi spesso difficili da raggiungere da soli, per questo in caso di difficoltà è sempre consigliato rivolgersi ad uno psicoterapeuta, che possa guidarci in questo percorso di crescita personale.
Se hai mai sperimentato situazioni di disagio scolastico o se hai visto un/a compagno/a soffrirne, spero che questo articolo ti abbia aiutato a fare chiarezza e ti abbia dato un aiuto nel comprendere meglio la natura della situazione. Per qualsiasi evenienza, ricorda, il team di Univox è pronto ad ascoltarti!