Consenso, rispetto e violenza: 3 parole di cui forse ignoriamo la definizione
Consenso, rispetto e violenza: 3 parole di cui forse ignoriamo la definizione

Consenso, rispetto e violenza: 3 parole di cui forse ignoriamo la definizione

Condividici

Parlare oggi di consenso, di rispetto e di violenza significa discutere di concetti che oggi solo alcune persone conoscono per davvero. Pare, infatti, che la piena consapevolezza di queste entità sia estremamente rara: urge una spiegazione dettagliata ed è ciò che ci proponiamo di fare in questo articolo.

Informiamo con un trigger warning che l’articolo tratterà argomenti che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno/a.
TW: violenza, violenza sulla donna, violenza fisica e verbale, stupro

Siamo tutti a conoscenza della tragedia avvenuta il 7 Luglio 2023 presso il Foro Italico di Palermo. Quel giorno una ragazza – e sottolineamolo, una ragazza di soli diciassette anni – ha subito uno “stupro di massa”, attuato da un gruppo di ragazzi – e, ancora una volta, sottolineamolo: ragazzi di età tra i diciassette e i ventidue anni.

Purtroppo, l’orrore avvenuto a Palermo non è stato né il primo, né sarà l’ultimo: finché ci sarà disinformazione, ineducazione e indifferenza vivremo in una società ai limiti dello squallore e del fallimento.

violenza e indifferenza

“Siamo un branco di falliti”: il video virale della professoressa Correo

Giovanna Corrao vive a Palermo ed è docente di Lettere e Filosofia, ma anche attivista del panorama culturale locale, scrittrice, speaker radiofonica e attrice di teatro. Una personalità eclettica e diretta, che condanna in un video diventato virale in poco tempo senza pietà la società fallimentare che oggi viviamo: “Mi corre l’obbligo di dirvi la verità in faccia, perché se non ve la dico io voi la verità non ve la dite…”, dice la docente.

Rivolgendosi alla fascia adulta e ai genitori: “Siete talmente assuefatti all’ipocrisia…siamo un branco di falliti. I nostri figli stuprano le ragazzine! Quindi qualcosa è andato male nel nostro progetto genitoriale negli ultimi 40 anni!”. Non si diventa genitori mettendo al mondo un figlio, spiega la professoressa Corrao: “Genitori lo dovete diventare!”

“Falla ubriacare: poi ci pensiamo noi”: la frase che fa inorridire

“Falla bere, che poi ci pensiamo noi”.

“Se ci penso mi viene lo schifo, perché eravamo ti giuro 100 cani sopra una gatta”.

“Una cosa di questa l’avevo vista solo nei video porno”.

“Sinceramente mi sono schifato un poco, ma però che dovevo fare? La carne è carne

Queste sono solo alcune delle affermazione dei ragazzi coinvolti nell’orrore del Foro Italico. Si tratta di parole taglienti, che penetrano la nostra pelle e fanno male, molto male. Fanno male per tanti motivi: avvalorano il patriarcato, leniscono la dignità femminile e, soprattutto, sono pronunciate dalla bocca di giovani.

Sono giovani che hanno l’età dei nostri fratelli, dei nostri figli e dei nostri amici. Sono giovani che potrebbero vivere nella nostra città, nei nostri quartieri. Sono giovani che potremmo incontrare in serata (o di giorno) nel percorso verso casa. Sono giovani che non sanno realmente il peso e la gravità delle azioni che compiono, perché ignorano cosa significhino rispetto e consenso.

Il loro pensiero spesso si basa sull’accettazione nel branco: solo se si compiono determinate azioni considerate “eroiche”, si può essere accettati e si riceve apprezzamento e valore. Dare la colpa ad una sola direzione non è corretto: l’intervento deve partire dal singolo alla comunità, dal microcosmo familiare e scolastico al macrocosmo sociale.

Consenso: definiamolo con il Tea Consent

consenso [con-sèn-so] s.m.

1 Atto dell’acconsentire; approvazione che deriva da concordanza di idee o di opinioni.

da “Dizionario” di Repubblica.it

Il consenso definisce l’accettazione di una condizione e acconsentire significa “dare consenso” ad una data circostanza. Per acconsentire, occorre dare l’ok e accettare in maniera chiara e diretta di vivere una certa situazione.

Tuttavia, può capitare che il consenso possa essere negato in un secondo momento o che non si è più convinti di acconsentire: è la stessa cosa che accade quando si propone una tazza di tè. Scopriamolo insieme:

Tea Consent, da Youtube

Adesso che sarà sicuramente più chiaro, procediamo.

Rispetto: la bellezza del guardare all’indietro

rispètto (ant. respètto) s. m. [lat. respĕctus –us «il guardare all’indietro; stima, rispetto»]. – 1. a. Sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso una persona

da Vocabolario Treccani

Ebbene sì, il verbo latino respicere – da cui deriva la parola “rispetto” – significa “voltarsi all’indietro”, ma anche “prendersi cura di qualcuno o qualcosa”. Cosa significa? É proprio questo il punto: per rispettare una persona occorre fare un passo indietro. Il detto è “dove inizia la mia libertà, finisce la tua”: infatti, è di fondamentale importanza accogliere la diversità di opinione e farne tesoro per maturare e crescere tanto a livello personale, quanto a livello sociale.

Il rispetto è tanto, molto altro: ce lo spiega questo video del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che raccoglie le proposte degli studenti e delle studentesse dell’Istituto comprensivo “Via N.M. Nicolai” di Roma e delle ragazze e dei ragazzi del Laboratorio teatrale integrato Piero Gabrielli.

da Youtube

Violenza: una parola per mille universi

violènza s. f. [dal lat. violentia, der. di violentus «violento»]. – 1. Con riferimento a persona, la caratteristica di essere violento, soprattutto come tendenza abituale a usare la forza fisica in modo brutale o irrazionale, facendo anche ricorso a mezzi di offesa, al fine di imporre la propria volontà e di costringere alla sottomissione, coartando la volontà altrui sia di azione sia di pensiero e di espressione, o anche soltanto come modo incontrollato di sfogare i propri moti istintivi e passionali

da Dizionario Treccani

Secondo l’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, la violenza è “qualsiasi atto che provoca o che può provocare un danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione e la deprivazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che privata”.

Altra definizione complementare è quella dell’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), che delinea la violenza come “l’utilizzo intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o reale, contro se stessi, un’altra persona, o contro un gruppo o una comunità, che determini o che abbia un elevato grado di probabilità di determinare lesioni, morte, danno psicologico, cattivo sviluppo o privazione”.

Esistono diverse varietà di violenza:

1.VIOLENZA DOMESTICA

La violenza domestica, cioè quella compiuta all’interno delle mura di casa da parte di un familiare, è, tra le diverse forme di violenza, quella che si verifica più frequentemente e con maggiori tragiche ripercussioni sulla salute psicofisica della vittima.

2. VIOLENZA FISICA

La violenza fisica consiste in qualsiasi forma di aggressività e di maltrattamento contro le persone, contro il loro corpo e le cose che a loro appartengono. Spesso è esercitata con forza, per determinare nella donna un ruolo di sottomissione.

Essa consiste ad esempio in picchiare con o senza l’uso di oggetti, spintonare, tirare per i capelli, dare schiaffi, pugni, dare calci, strangolare, ustionare, ferire con un coltello, torturare, uccidere.

3. VIOLENZA PSICOLOGICA E VERBALE

La violenza psicologica consiste in attacchi diretti a colpire la dignità personale, forme di mancanza di rispetto, atteggiamenti colti a ribadire continuamente uno stato di subordinazione e una condizione di inferiorità.

Essa consiste ad esempio in minacciare, insultare, umiliare, attaccare l’identità e l’autostima, isolarla, impedire o controllare le sue relazioni con gli altri, essere sbattuti fuori casa, essere rinchiusi in casa.

4. VIOLENZA ASSISTITA

Per violenza assistita in ambito familiare si intende il fare esperienza da parte del minore di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulte o minori.

S’includono le violenze messe in atto da minori su altri minori e/o su altri membri della famiglia, e gli abbandoni e i maltrattamenti ai danni di animali domestici. Il bambino “può fare esperienza di tali atti direttamente (quando avvengono nel suo campo percettivo), indirettamente (quando il minore ne è a conoscenza), e/o percependone gli effetti”. [Cismai, 2003]

4. VIOLENZA SESSUALE

La violenza sessuale consiste in qualsiasi imposizione di coinvolgimento in attività e/o rapporti sessuali senza il consenso. Spesso la violenza sessuale comporta aggressivo fisiche quali lo stupro, il tentativo di stupro, lo stupro di gruppo in cui la persona viene costretta ad avere rapporti sessuali con una o più persone estranee, o ancora con un parente, amico, un collega, che non accettano il rifiuto della persona.

Essa consiste ad esempio in fare battute e prese in giro a sfondo sessuale, fare telefonate oscene, contatti intenzionali col corpo, avances sempre più pesanti, costringere a atti o rapporti sessuali non voluti, obbligare a prendere parte alla costruzione o a vedere materiale pornografico, stuprare, rendersi responsabili di incesto; costringere a comportamenti sessuali umilianti o dolorosi, imporre gravidanze, costringere a prostituirsi.

5. VIOLENZA ECONOMICA

La violenza economica consiste in forme dirette ed indirette di controllo sull’indipendenza economica e limitano o impediscono di disporre di denaro, fare liberamente acquisti, avere un proprio lavoro.

Essa consiste ad esempio in sottrarre alla persona il suo stipendio, impedirle qualsiasi decisione in merito alla gestione dell’economia familiare, rinfacciare qualsiasi spesa, obbligarla a lasciare il lavoro o impedirle di trovarsene uno, costringerla a firmare documenti, a contrarre debiti, a intraprendere iniziative economiche, a volte truffe, contro la sua volontà, appropriarsi dei beni, fare acquisti importanti senza la consultazione del parere della moglie/convivente.

6. STALKING

Lo stalking può manifestarsi tramite vere e proprie persecuzioni e molestie assillanti che hanno lo scopo di indurre la persona ad uno stato di allerta, di emergenza e di stress psicologico. Questo comportamento non è attivato solo da sconosciuti, ma anche da familiari solitamente mossi dal risentimento o dalla paura di perdere la relazione.

Essa consiste ad esempio in telefonate, sms, e-mail, continue visite indesiderate e, anche il pedinamento, raccolta di informazioni sulla persona ed i suoi movimenti, la persecuzione può arrivare a delle vere e proprie minacce e anche alla morte.

7. MOBBING

Il mobbing è, nell’accezione più comune in Italia, un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenza, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di uno o più individui nei confronti di un altro individuo, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale, nonché della salute psicofisica dello stesso.

I singoli atteggiamenti molesti (o emulativi) non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell’insieme producono danneggiamenti plurioffensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza. Più in generale, il termine indica quei comportamenti violenti che un gruppo (sociale, familiare, animale) rivolge ad un suo membro.

L’intervento di Univox: “noi non restiamo in silenzio”

Nel nostro Blog abbiamo curato molti articoli sul tema della violenza e nei nostri percorsi formativi abbiamo estremamente a cuore la promozione, la sensibilizzazione e la rieducazione di tematiche estremamente attuali, ma di cui non si parla abbastanza – o meglio, che sono fin troppo sottovalutate e prese alla leggera.

Come associazione, ci promettiamo di intervenire con quanta tempestività possibile per offrire il nostro piccolo, ma importante contributo da organizzazione di promozione sociale su base nazionale. Sono in partenza molteplici percorsi formativi: per restare aggiornato/a, ti consigliamo di iscriverti alla nostra newsletter e di seguirci nei nostri canali social (Facebook, Instagram e TikTok).

Teniamoci in contatto!

Iscriviti alla nostra newsletter, cercheremo di darti un abbraccio virtuale e farti sentire meglio, quando ne avrai il bisogno.

Non inviamo spam!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *