Spesso capita di studiare una materia e pensare “non fa proprio per me”, così come capita di leggere e rileggere la stessa pagina più e più volte, senza riuscire a memorizzare le informazioni. Questo non dipende dall’essere più o meno “bravi”, ma dal fatto che forse stiamo studiando senza tenere in considerazione il nostro stile cognitivo e il nostro stile di apprendimento. Di cosa stiamo parlando? Lo vedremo insieme in questo articolo.
Stile cognitivo e stile di apprendimento: cosa sono e perchè sono diversi
Spesso si utilizzano i termini stili cognitivi e stili di apprendimento come se fossero sinonimi, ma in realtà non è così: lo stile cognitivo è la modalità preferenziale con cui gli ciascuno di noi elabora l’informazione nel corso di compiti diversi; lo stile di apprendimento, invece, si riferisce soltanto al livello di elaborazione del materiale che apporta conoscenze specifiche. Possiamo quindi dire che lo stile di apprendimento è un aspetto dello stile cognitivo e che, volendoli raffigurare con degli insiemi, ne rappresenti un sottoinsieme. Ma procediamo con ordine e vediamoli nello specifico.
Lo stile cognitivo
Lo stile cognitivo è, in senso globale, l’approccio che preferiamo utilizzare quando ci troviamo ad esaminare la realtà. Individuare il nostro cognitivo significa capire in che modo percepiamo il mondo intorno a noi. Ad esempio, ci saranno alcune persone che, nel trovarsi in una nuova città, si concentreranno sui dettagli di ciò che vedono: stradine, negozi, colori; altri invece che si focalizzeranno sulla struttura complessiva della città, andandone a ricercare da subito una mappa. Ancora, c’è chi, nel montare un mobile nuovo, per prima cosa prenderà il libretto delle istruzioni e seguirà passo passo quanto legge; c’è chi, invece, ancor prima di prendere il libretto delle istruzioni, inizierà direttamente ad esaminare e montare i pezzi.
Queste diverse modalità di approcciarci dipendono proprio dal nostro stile cognitivo e ci danno informazioni su come noi ci rapportiamo alla conoscenza di ciò che ci circonda. Il concetto di stile cognitivo fu introdotto per la prima volta nel 1937 dallo psicologo statunitense Gordon Allport e fu approfondito successivamente da numerosi studiosi tra cui Boscolo (1981), Sternberg (1996) e Cornoldi (2001). Secondo le teorie più recenti di Cornoldi e De Beni, possiamo individuare vari stili cognitivi, a seconda che ci concentriamo sulla percezione, la memoria, il ragionamento o il rapporto col contesto. Ciò significa che ci può appartenere più di uno stile cognitivo, a seconda del parametro che teniamo in considerazione.
Sulla base della percezione, lo stile può essere:
- Globale: privilegia la visione d’insieme, partendo dal generale per arrivare al particolare (approccio deduttivo);
- Analitico: parte dal particolare per giungere a una visione di insieme (approccio induttivo).
Sulla base della memoria, distinguiamo invece tra:
- Visuale: si concentra maggiormente sulla componente iconica e riesce a ricordare ciò che vede più facilmente di ciò che sente. È il caso di chi, nel descrivere un evento, ricorda benissimo i colori del contesto, gli abiti indossati dalle varie persone coinvolte, e simili;
- Verbale: preferisce il codice linguistico-sonoro e tende a ricordare discorsi, nomi o letture piuttosto che immagini. È il caso, ad esempio, di chi fa fatica a ricordare i volti delle persone, ma riesce invece a ricordarne bene i nomi.
Sulla base del modo di ragionare, inidividuiamo più stili:
- Sistematico: è lo stile proprio di chi procede per piccoli passi, risolvendo gerarchicamente i vari punti da svolgere. Possiamo riconoscere questo stile in chi, dovendo svolgere un compito, individua vari step, ordinandoli consequenzialmente, e passa al successivo solo dopo aver completato il precedente;
- Intuitivo: chi predilige uno stile intuitivo si basa prevalentemente sull’intuizione. Non prosegue “passo passo”, ma guarda qual è l’obiettivo e cerca di raggiungerlo senza una pianificazione troppo precisa a monte;
- Impulsivo: è tipico di colui che prende decisioni in tempi brevi; e preferisce correggere il tiro in itinere piuttosto che stare tanto tempo a pianificare. È tipico di chi pensa “intanto ci provo e poi vediamo come va”;
- Riflessivo: è tipico di chi, prima di decidere, deve valurare pro e contro, pensare a quali ostacoli possono presentarsi e a come risolverli/prevenirli;
- Risolutore: riguarda quella categoria di persone che, nel risolvere il problema mirano alla soluzione più veloce, sulla base delle risorse che hanno a disposizione. Per intenderci, banalizzando, una persona che ha la febbre e prende del paracetamolo per farla passare sta risolvendo il problema nell’immediato senza mettersi a pensare alla causa della sua febbre;
- Assimilatore: è tipico di chi non si ferma a vedere il problema immediato, ma va alla radice, cercando una soluzione globale. Riprendendo l’esempio precedente, chi ha uno stile assimilatore riflette sulle cause che possono aver causato la febbre e va a risolvere il problema a monte;
- Convergente: appartiene a chi utilizza procedure e strategie note, già applicate in precedenza in contesti simili;
- Divergente è tipico di chi utilizza soluzioni creative ai problemi e pensa “fuori dagli schemi”.
Sulla base del rapporto col contesto, distinguiamo tra:
- Dipendente dal campo: è tipico di chi regola le sue azioni sulla base dell’approvazione e del consenso che esse possono riscuotere nell’ambiente in cui sono messe in atto;
- Indipendente dal campo: è tipico di chi agisce scegliendo strade nuove anche se queste non riscuotono il consenso degli altri.
Lo stile di apprendimento
Lo stile di apprendimento, come avevamo anticipato, riguarda il modo in cui noi impariamo, quindi in che modo preferiamo assimilare i concetti. Esso ci dice con quali strategie ci è più facile ricordare le informazioni ossia qual è il “canale sensoriale” che ci aiuta maggiormente a memorizzare un concetto nuovo. Secondo lo studioso della metacognizione Luciano Mariani (2001) possiamo identificare 4 canali sensoriali con cui l’informazione viene percepita: visivo-verbale, visivo-non verbale, uditivo, cinsestesico. A ciascuno di questi, nella formulazione di James W. Keefe, corrispondono quindi 4 stili di apprendimento differenti, a seconda che si prediliga un canale piuttosto che un altro. Anche in questo caso, è possibile possedere più stili.
Vediamo le caratteristiche dei 4 stili:
- Visivo-verbale: è proprio di quelle persone che preferiscono apprendere leggendo o scrivendo;
- Visivo-non verbale: predilige le immagini ed è proprio di quelle persone che apprendere attraverso l’uso di immagini, o mappe concettuali;
- Uditivo: predilige l’ascolto ed è proprio di quelle persone che preferiscono apprendere ascoltando;
- Cinestesico: predilige il movimento ed è proprio delle persone imparano svolgendo attività concrete ed esperienze dirette.
Ricordiamo che essi rappresentano delle preferenze e la tendenza ad usare uno piuttosto che un altro non è nè esclusiva, nè limitante: avere uno stile visivo verbale non implica che non se ne possano acquisire anche altri.
4 consigli per individuare il metodo di studio più adatto a te
Dunque, perchè è importante conoscere il proprio stile cognitivo e stile di apprendimento? Perchè avere consapevolezza del modo in cui ci è facile imparare i concetti, ci dà gli strumenti per mettere in atto strategie adeguate. Di seguito, ti darò 4 consigli che potrebbero aiutarti nella ricerca del tuo metodo di studio.
- Individua il tuo stile cognitivo e il tuo stile di apprendimento. Cerca di riflettere su di te: come affronti le situazioni in cui devi risolvere un problema? In che modo ragioni? Di cosa senti di aver bisogno prima di affrontare un qualsiasi compito nuovo? Associa poi quanto emerso ad uno degli stili precedentemente esposti. Se sei in difficoltà, ti consiglio di compilare questo questionario sugli stili cognitivi elaborato dallo studioso Luciano Mariani.
- Tieni a mente il tuo stile cognitivo ogni volta che gestisci ed elabori del materiale di studio: se hai uno stile cognitivo globale ed intuitivo, per te potrebbe essere poco proficuo e motivo di stress pianificare tutto nel dettaglio; prova piuttosto ad iniziare a leggere il materiale, sintetizzando i punti salienti di tanto in tanto, cercando paralleli tra le cose. Ciò non vuol dire che tu debba abbandonare totalmente strategie di tipo analitico, ma che devi integrarle pian piano, partendo da quelli che invece sono i tuoi punti di forza. Prova quindi a darti un’organizzazione di tempo e materiali piuttosto flessibile e cerca di rispettarla. Progressivamente ridurrai la flessibilità del tuo piano di studio a seconda delle necessità dello specifico compito. Allo stesso modo, se sei una persona prevalentemente analitica, potresti trovare difficile avere un quadro globale e sintetico. Piuttosto che pretendere di avere da subito chiaro l’intero quadro dell’argomento, scomponilo in tanti sotto argomenti e lavora sul quadro complessivo dei singoli sotto argomenti. Solo dopo, cerca di arrivare alla costruzione di un quadro generale. Se invece hai uno stile visuale e tendi a far fatica nel ricordare informazioni scritte, cerca di associarle ad un’immagine, così come se hai uno stile verbale e ti trovi a dover ricordeare un’immagine (ad es. in storia dell’arte) prova ad associare ogni elemento figurativo ad una parola.
- Individua il tuo stile di apprendimento: cosa ricordi meglio? Ciò che vedi, ciò che ascolti, ciò che leggi o ciò di cui puoi fare un’esperienza pratica? Anche qui, se sei in difficoltà, puoi svolgere un questionario sugli stili di apprendimento. Mi soffermerò un po’ di più su quelle che possono essere le strategie migliori per ogni stile di apprendimento.
Stile visivo-verbale: mettiti quanto più vicino possibile alla lavagna su cui scrive l’insegnante, poichè riesci a ricordare bene tutto ciò che è parola. Prendi appunti in classe e riordinali a casa. Prima di leggere un capitolo, concentrati su titoli, sottotitoli e didascalie delle figure. Piuttosto che utilizzare i colori per evidenziare i concetti, prediligi linee e forme geometriche (ad es. cerchia le parole). Fai riassunti ed elenchi puntati, scrivi didascalie per accompagnare gli schemi.
Stile visivo non verbale: associa al testo delle immagini. Nei tuoi appunti fai dei disegnini, anche stilizzati, che siano direttamente collegati al contenuto verbale. Concentrati sulle immagini dei libri ed utilizza i colori. Evita i riassunti e prediligi piuttosto mappe concettuali, anche qui utilizzando colori e disegni.
Stile uditivo: studia leggendo e ripetendo ad alta voce; cerca delle videolezioni o confrontati con dei compagni, che possano farti domande su ciò che hai appreso.
Stile cinestetico: se hai da studiare più materie, alternale, in modo da non fare la stessa cosa per tanto tempo. Stabilisci delle pause in cui puoi alzarti e camminare. Quanto ai contenuti in senso stretto, cerca di fare esercizi e creare tu mappe e diagrammi dopo aver individuato i conenuti chiave. Per quanto riguarda l’italiano o le materie prevalentemente letterarie, potresti trovare utile simulare dialoghi, drammatizzazioni o inventare storie concrete con i concetti appresi. - Sperimenta: è l’ultimo consiglio che ti do. Ognuno di noi ha il suo stile cognitivo e di apprendimento, non c’è un metodo valido per tutti. Una volta individuato lo stile cognitivo che ti appartiene, incorcialo con lo stile di apprendimento e ricerca le strategie che più ritieni comode per te. Può essere un processo che richiede tempo all’inizio, ma ne guadagnerai in termini di consapevolezza e di applicazione futura.
Spero di esserti stata utile o quantomeno di averti reso curioso di riflettere su di te. Ricorda che non c’è uno stile migliore di un altro: tutti sono ugualmente validi.
In bocca al lupo con il tuo studio!
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