Il significato della giornata internazionale della Donna, per ricordare ogni giorno e praticare parità nel quotidiano.
Ho messo in ordine un po’ di immagini nella mia testa, prima di formulare questa riflessione. A volte bisogna imporsi lentezza nella frenesia quotidiana, ritagliarsi una pausa di riflessione e focalizzarsi su cosa è importante. Così facendo mi torna in mente “Oltre l’8 marzo”, il mio Talk con Univox sulla parità di genere, a partire da una mia riflessione sulla Giornata Internazionale dei Diritti della Donna. (Non è una festa!). Per cui, questo articolo avrà un’impronta più “personale” e al contempo collettiva. Del resto, quando si parla di femminismo e pari opportunità “il personale è politico”.
Il giorno 9 del mese scorso, a Bari, presso Portineria 21, alle ore 19.00 si è tiene il Tallk da me ideato “Oltre l’8 marzo, il significato della giornata internazionale della Donna, per ricordare ogni giorno e praticare parità nel quotidiano”, con la collaborazione di Univox.
Il messaggio principale è quello di “andare oltre” la giornata internazionale della Donna. Andare oltre oggi vuol dire compiere una missione che non possiamo più mettere da parte, perchè bisogna parlare di parità di genere ogni giorno. In questo evento di riflessione attiva e condivisione, ho avuto il piacere di interfacciarmi con la moderatrice Fabiola Gigliotti e l’artista Anna Cristino, insieme alla Presidente di Aps Univox Serena De Sandi che ringrazio infinitamente per la sua bravura e sensibilità. La sinergia femminile è un valore incredibile che abbiamo dimenticato per troppo tempo.
In quanto studiosa e divulgatrice della Parità di Genere e dei Saperi delle Donne, cerco di dare il mio contributo alla società ogni giorno, nel mio piccolo, attraverso molteplici canali espressivi, tra cui la scrittura, la poesia e spazi di riflessione collettiva. Spero che quello del 9 marzo sia un piccolo grande inizio verso una coscienza paritaria tra le cittadine e i cittadini baresi.
La giornata dei Diritti della Donna: oltre l’8 marzo
“Per parlare di se, si deve parlare di tutto il resto.” Simone de Beauvoir
Credo che il significato profondo della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna dovrebbe essere continuare a parlare della parità oltre l’8 marzo. Ovvero oltre i confini delle ricorrenze internazionali indicate sul calendario entro i quali non è possibile esaurire l’importanza di un discorso ugualitario. Come dicevo, la routine frettolosa ci porta a trascurare l’essenziale, perseguendo l’antico, il “già tracciato”, la nostra comfort zone. Ma come ben sappiamo, l’abitudine non è sempre positiva, per quanto comoda. Purtroppo, quando si tratta della condizione femminile ogni distrazione o posizione di comodo può essere fatale. Dobbiamo essere coraggiose/i. Non possiamo ancorarci ai retaggi misogini che pervadono la nostra cultura e dobbiamo pensare in modo nuovo, migliore. Andare “oltre”.
Serve ricordare le conquiste politiche, economiche, sociali e lavorative delle donne, ma anche riflettere sulla discriminazione e sulla violenza sistemica a cui le donne sono ancora sottoposte, in assenza di metodi di prevenzione efficaci come l’Educazione alla parità, alle emozioni, al consenso, ai sentimenti. In particolare urge una presa di coscienza maschile rispetto alla necessità di supportare le donne responsabilizzandosi verso il problema.
Tragedie non infrequenti come i vari femminicidi sono solo l’apice di un’escalation di micro-aggressioni e molestie quotidiane, supportate da una Rappresentazione culturale troppo spesso escludente e oggettificante verso le figure femminili, che cancella i contributi fondamentali di attiviste, autrici, esperte, donne della Storia presente e passata. Di conseguenza si potrebbe pensare che l’assenza o il silenzio delle donne in molteplici ambiti dello scibile sia connaturato e che i comportamenti “goliardici” che le mortificano siano “normali”, giustificabili, meno gravi dei danni fisici. Invece sono anche questi esito di una cultura sessista che minaccia le donne costantemente, scoraggiandole dal prendere parola. Cosa ci impedisce ancora di decostruire questo paradigma opprimente?
Dobbiamo imparare a ri-formulare domande e risposte, per trovare soluzioni nuove, più credibili e sostenibili, superando i pregiudizi. L’intelligenza paritaria-femminista e inclusiva può riorganizzare tempi e spazi del vivere umano e del divenire, nel pubblico e nel privato, negli ambienti di lavoro, attraverso strade più sicure e modi di stare insieme più “safe” per tutte/i. Parità di genere è rispetto delle donne è cittadinanza attiva e consapevole.
Prenderci cura quotidianamente della Parità significa avere a cuore il benessere della società intera, prendendoci cura delle nostre relazioni interpersonali, di noi stesse/i e dei luoghi in cui viviamo. Ciascuna/o può fare la sua parte nel proprio piccolo, ogni giorno, per praticare alternative al sessismo, verso una cultura di uguaglianza. Come recita il nome del celebre testo di bell hooks: ‘Il femminismo è per tutti’ “.
Tutte/i possiamo cambiare le logiche patriarcali che ostacolano le relazioni, nel nostro piccolo. Ogni giorno chiediamoci: quale azione posso compiere per migliorare la parità di genere?
Vi assicuro che le risposte sono tante, molte di più di quanto immagiamo. Le soluzioni sono molteplici e tutte preziose. Il mese scorso è nato il mio Talk da questa semplice domanda. E spero che sia solo una tra le piccole goccioline in una marea di cambiamento. Sono certa che tutte/i noi possiamo fare piccole grandi cose per la parità, insieme. Organizziamoci presto
Intanto, ti suggerisco di dare un’occhiata a questi articoli: Stereotipi di Genere nella Cultura: riconosciamoli e creiamo nuove soluzioni e Cop29 ed emergenza climatica: tra discriminazione di genere ed ecofemminismo.
Beatrice d’Abbicco, classe 1995, nata a Bari, si occupa di parità di genere. Laureata in Lettere Moderne, specializzata in Scienze dello Spettacolo, anche educatrice e poetessa, formata in Gender Equality, Inlcusion e Diversity Management e Arti Terapie. Considera l’arte come un’occasione di rielaborazione di vissuti personali e collettivi, con impegno nella divulgazione e nell’attivismo anche online (instagram: @stanza_ipazia)