Hai mai sentito parlare di malessere stagionale? In ogni caso, sei nel posto giusto e il motivo è semplice: vivere momenti di debolezza è assolutamente umano e comune, dunque è importante sapere che determinati stati d’animo non solo hanno un valore, ma anche un’origine specifica che a volte è importante comprendere.
La nostra salute è come un germoglio che nasce, cresce e si evolve con noi ed è assolutamente importante prendercene cura. Quando viviamo cercando di compiacere gli altri, finiamo per trascurare il nostro benessere e sopprimere il nostro vero io. Questo può portare a sentimenti di stress, ansia e depressione, poiché cerchiamo di soddisfare gli standard irrealistici stabiliti dagli altri e cerchiamo costantemente la loro approvazione.
Per evitarlo, dobbiamo dedicare del tempo a capire chi siamo e cosa vogliamo veramente dalla vita: questo implica essere onesti con noi stessi per quanto riguarda i nostri punti di forza, le nostre debolezze, i nostri valori e le nostre passioni. Una volta che abbiamo un chiaro senso della nostra identità, possiamo iniziare a fare scelte che si allineano con il nostro vero io e che ci portano felicità e appagamento.
Malessere stagionale: cos’è la SAD?
Si dà davvero per scontato come le variazioni climatiche e ambientali possano influenzare in negativo tanto la nostra salute quanto il nostro umore. Il malessere stagionale è meglio noto all’arrivo della stagione autunnale, ma non va assolutamente dimenticato che a volte colpisce proprio all’arrivo dell’estate: si tratta di un momento estremamente significativo nella nostra routine giornaliera.
Con l’estate termina la scuola e arrivano le ferie e…sì, meritatissimo riposo, ma se ti dicessi che non tutti prendono questo relax come momento di spensieratezza e gioia? Il cambiamento delle nostre abitudini porta anche ad uno stato di tensione e stress per il timore di momenti vuoti, di pensieri contrastanti e di attimi che – socialmente parlando – devono essere vissuti solo con un sorriso sulle labbra e non tristemente.
Tornando al malessere stagionale, possiamo senz’altro confermare che in estate tende a influenzare moltissime persone, soprattutto negli ultimi anni. Il nostro organismo risente dei cambiamenti in atto: aumentano le temperature e le giornate si ampliano, l’umore può risultare altalenante e la voglia di rilassarsi in compagnia di amici può essere prevaricata dal bisogno di passare del tempo in solitudine, scelta che il più delle volte non viene compresa e risulta mal giudicata.
Come spiega il Dott. Alfonso Piccoli, Responsabile dell’U.O. di Medicina Interna dell’Istituto Clinico San Rocco: “Esiste una vera e propria sindrome, inquadrata con l’acronimo SAD (Seasonal Affective Disorder) ovvero disturbo affettivo stagionale, che quando si struttura trova una sua importanza su un codice diagnostico vero e proprio”.
Un tempo ci si limitava a parlare di malesseri passeggeri che, nella maggioranza dei casi, si tendeva a minimizzare, ma oggi quasi il 40% della popolazione è affetta da malessere stagionale che, come si evince dal termine, comporta disagi sia di natura fisica, sia psichica.
Ho già sentito parlare della SAD…a Sanremo?
Eppure, il nome SAD ti risulta familiare, soprattutto se quest’anno hai visto Sanremo. Non ti sbagli! La Sad è una band composta da tre giovani artisti che si fanno chiamare con i nomi d’arte Theø, Plant e Fiks, ma all’anagrafe sono Matteo Botticini, Francesco Emanuele Clemente e Enrico Fonte. Tre talenti speciali, come speciale è il loro approccio alla salute mentale.
In un’intervista ai microfoni di ‘Catteland’, i membri della band rivelano il motivo dietro la scelta del nome della band. Dietro questa parola, si nasconde un trascorso importante che accomuna i tre ragazzi, ma soprattutto il bisogno di dare voce ai problemi della giovinezza e di trasformare il dolore in una risorsa che viene poi riversata nella musica. Sad è l’inglese “triste”, ma SAD è anche l’acronimo di “Seasonal Affective Disorder”, di cui prima abbiamo fatto menzione. Incredibile, vero?
I sintomi della SAD
Esistono molti sintomi del del disturbo affettivo stagionale, ma tra i più diffusi vi sono:
- variazioni del tono dell’umore
- mancanza di voglia e difficoltà ad alzarsi la mattina per affrontare la giornata
- cefalea
- scarsa attenzione o difficoltà nel concentrarsi
- calo del desiderio sessuale
- ansia
- stress e senso di frustrazione
- irritabilità
- insonnia e malinconia con conseguente peggioramento di alcuni dei più frequenti disturbi intestinali in particolare gastrite, bruciore di stomaco e sindrome del colon irritabile
Si tratta di condizioni che, reiterandosi in concomitanza dei passaggi stagionali, spingono spesso le persone a sottoporsi ad accertamenti specifici per escludere patologie più importanti. Il disturbo affettivo stagionale va inquadrato e diagnosticato molto bene, perché da un lato può celare la presenza di patologie organiche sottostanti e dall’altro, pur in assenza di malattie più conclamate, non va comunque trascurato.
La SAD in psicologia
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), i criteri diagnostici per individuare la sintomatologia del disturbo depressivo ad andamento stagionale includono sintomi tipici del disturbo depressivo maggiore.
Infatti, il disturbo affettivo stagionale rientra nelle specifiche del disturbo depressivo maggiore e della distimia, una patologia che causa una cronicizzazione della depressione con una durata costante di almeno due anni. Eppure, va evidenziato che il disturbo affettivo stagionale è diverso dalla distimia per via dell’intensità dei sintomi e della durata.
Come si legge nel blog di Unobravo, i sintomi della depressione affettiva stagionale hanno una durata che si limita a una sola stagione, con fluttuazioni cicliche di solito ben definite. Si verificano con più probabilità:
- una depressione stagionale in autunno/inverno;
- una depressione stagionale in primavera/estate.
5 consigli per affrontare la depressione stagionale
Prima di ogni altra cosa, è essenziale per me dirlo chiaro e tondo: da paziente profondamente coinvolta da ormai 4 anni, la via migliore per poter affrontare un disagio psicologico come questo non può che essere la psicoterapia, che – come sempre ricordo, quando ne ho modo – non è al pari di una chiacchierata con un amico che fa passare tutto in poche parole.
La psicoterapia ti permette di viaggiare dentro di te per poter riscoprire quegli attimi di vita che sono rimasti e abbandonati nell’abisso dei nostri pensieri, per poter dare ordine e forma a tutto ciò che fluisce nella nostra mente senza controllo. Questo non può che essere il primo consiglio che posso offrirti, con tutto il cuore: non è sempre semplice, il primo passo è il più difficile…ma ricorda, è un grande atto d’amore per te.
Procedendo, ti faccio menzione di una modalità di cura del disturbo affettivo stagionale che negli ultimi anni ha offerto molti spunti di riflessione. Si tratta della fototerapia: la terapia della luce sfrutta una lightbox che emette molti più lumen rispetto a una normale lampada a incandescenza e si pratica a una distanza di 30-60 cm dalla lightbox, con gli occhi aperti ma senza fissare direttamente la fonte di luce.
Il contatto con la luce può davvero fare la differenza: fare passeggiate in natura può permetterti di concederti momenti di relazione tra te e il mondo circostante, esplorando il tuo mondo interiore in un contesto di profonda connessione interiore. Ogni momento, se vissuto con autenticità e purezza, ti coinvolge al punto da lasciarti ritrovare quel centro che certi pensieri possono farci perdere.
Essenziale è anche l’approccio con la nostra respirazione: praticare mindfulness o discipline olistiche come lo yoga o il pilates può davvero essere utile per esercitarsi a gestire il nostro respiro in modo consapevole, soffermandosi sull’importanza di vivere attimo per attimo il qui e ora, senza pensare troppo al passato o al futuro.
Infine, non va assolutamente data per scontata la nostra alimentazione. Ebbene sì, anche questa può influenzare moltissimo il nostro umore al cambio di stagione: gli antichi lo dicevano sempre, mens sana in corpore sano. È importante seguire un‘alimentazione equilibrata, cercando di ridurre zuccheri raffinati, alcolici e caffeina, ma anche privilegiare cibi ricchi di magnesio, un micronutriente che favorisce la regolazione dell’umore e dello stress, come le verdure a foglia verde (spinaci, bietole, coste e erette), i semi di zucca, i germogli di soia, la frutta a guscio, i legumi o il cacao amaro.
Infine, piccolo invito: non pensare che nessuno possa comprenderti o ascoltarti. Questo non deve portarti ad isolarti o a vivere di nascosto, fingendo di essere solo ciò che gli altri vorrebbero che tu fossi. Sii semplicemente te e sono certa che il primo passo lo vivrai con gusto e amore!
Mi chiamo Serena (di nome sicuramente, ma non sempre di fatto) e amo scrivere, dipingere e prendermi cura dei fiori e dei miei piccoli cagnolini. Per me ogni voce ha un valore e merita di essere ascoltata: è da questo pensiero che ho creato e sto portando avanti con entusiasmo e passione la nostra APS UNIVOX ETS.
Pingback:Soft landing: 5 consigli per riprendere la routine e tutelare il nostro benessere - APS UNIVOX